Kung Chien Pu Cheng Chuan, Un passo, un pugno.
1. Introduzione
È noto a tutti ormai che il Kung Fu sia una disciplina vastissima. Lo si può verificare direttamente, osservando il suo bagaglio tecnico e culturale, ma anche indirettamente, considerando tutte le altre discipline a cui si può allacciare e trovare punti in comune. Come è ampiamente noto, è in grado da solo di toccare diversissimi aspetti di diverse culture e si presta ad essere analizzato e studiato sotto molteplici aspetti e chiavi di lettura. La fisica, la meccanica, la medicina, la biomeccanica, la psicologia, la strategia, la filosofia sono soltanto i primi elementi che vengono alla mente se si cerca di compilare una lista delle discipline con cui si possono facilmente trovare collegamenti.
Fatta questa doverosa premessa, lo scopo di questo articolo sarà di prendere in esame una tecnica molto semplice, KungChienPu-ChengChuan appunto, e di analizzarla mediante gli strumenti messi a disposizione da altre discipline affini per trovare punti d'accordo tra queste che possano portare benefici nella pratica mediante un'ulteriore conferma della correttezza della tecnica.
Vedremo la descrizione di questa tecnica e quali sono gli errori più evidenti che si notano con maggiore frequenza, successivamente analizzeremo questi errori per capirne le motivazioni, con l'intento di capire sia il perché una particolare modalità esecutiva possa essere considerata errata oltre che capire per quale motivo quella stessa modalità venga a verificarsi con una maggiore frequenza. Una volta trovata l'origine dell'errore si potrà ricercare un sistema per porvi rimedio e correggere la tecnica.
Dovunque sarà possibile sarà messa in evidenza la disciplina affine a cui ci si sta rifacendo e si spiegherà quel particolare punto di vista mettendolo al vaglio dell'analisi e della prova pratica per averne una conferma ancora più convincente.
2. La tecnica
La tecnica che prendiamo in esame è semplice. Partiamo dalla posizione KungChienPu/ShunPu distendendo in avanti il pugno sullo stesso lato della gamba avanzata (gamba destra avanti, pugno destro avanti) mentre teniamo il pugno opposto raccolto e caricato al fianco. Da questa posizione facciamo un passo avanti per trovarci alla fine nella posizione simmetrica a quella di partenza.
Incontriamo questa tecnica fin dalle prime lezioni nella forma Lien Pu Chuan Ti I Lu. In questa forma la vediamo ripetersi per tre volte (destra-sinistra-destra) e spesso la ritroveremo in sequenze simili (secondo Lien Pu Chuan, terzo e quinto PuoChi, quinto Shao Lin Chuan).
La presenza diffusa di questa tecnica potrebbe farla ritenere una tecnica semplice. Vedremo ora quanto in realtà la sua corretta esecuzione possa dipendere da diversi dettagli ed accorgimenti tutt'altro che banali
Psicomotricità: Cominciamo con un'osservazione non marziale. Chiediamo a una persona, meglio se estranea alle arti marziali, di eseguire un movimento analogo a questa tecnica, ma basandosi solo su una descrizione la più sintetica possibile: mettiamo fuori dalla sua portata un obiettivo (ad esempio il palmo della nostra mano alzata) e chiediamogli di colpirla con un pugno avvicinandosi, possibilmente in modo forte e veloce. Con molta probabilità, se ripetiamo questo esperimento chiedendo la stessa cosa a diverse persone, scopriremo che solo una minoranza porterebbe un attacco simile alla tecnica che stiamo studiando (pugno destro con la gamba destra avanti o speculare). La maggior parte delle persone è portata istintivamente a portare il pugno con il lato contrario rispetto alla gamba avanzata (una tecnica simile a quella che chiameremmo YaoPu-ChengChuan. vedi il disegno), specie le persone che godono di una migliore coordinazione nei movimenti. C'è un'ulteriore cosa da notare rispetto al movimento dei piedi: nel caso in cui si trovino già con una gamba più avanti dell'altra avviene più comunemente che si faccia un piccolo balzo in avanti spostando la posizione tenendo avanzato lo stesso piede di partenza. Inoltre quasi la totalità delle persone osservate carica il pugno all'altezza del viso o della spalla prima di stenderlo.
La scelta di tirare il pugno contrario alla gamba è facilmente spiegabile con il fatto che istintivamente ci si senta più forti aggiungendo alla spinta del braccio e della spalla anche la torsione del busto, esperienza motoria maturata comunemente con il lancio di una pallina o giocando a pallavolo: il braccio che imprime più forza è quello tenuto dietro. Inoltre in questo modo è molto più facile far contribuire direttamente la spinta della gamba arretrata alla spinta del pugno.
Bisogna quindi partire ad analizzare questa tecnica considerando che non è percepita come istintiva e quindi il nostro corpo va educato a tirarla in questo modo che differisce dal suo modo di muoversi spontaneo.
3. Gli errori comuni
Vediamo ora quelli che sono gli errori che più frequentemente si riscontrano nei principianti (e non) quando sono alle prese con questa tecnica. Di seguito verranno presentati solo gli errori che sono specifici di quanto stiamo analizzando, mentre altri errori generali (posizioni alte, testa inclinata, schiena curva, gomiti e spalle alti etc.) non sono presi in esame in quanto appartengono ad un'analisi più generale del movimento e delle posizioni applicabile a molteplici tecniche.
• Ritrarre il piede prima di avanzare (e1)
Questo errore si verifica quando il praticante, prima di effettuare il passo avanti tra i due KungChienPu deve accordare la posizione avvicinando a se il piede avanzato che sostiene il 70% circa del peso (vedi i disegni (a) e (b)). Questo movimento porta il piede più vicino a sé di circa 10/20 centimetri, una lunghezza simile a quella del piede del praticante, ed avviene con un breve movimento di scatto che richiede di effettuare uno scivolamento del piede o un piccolissimo saltello in dietro della gamba avanzata.
• Extraruotare il piede avanzato (e2)
Un altro errore comune è quello di extraruotare il piede avanzato prima di partire col passo. Quando l'allievo è in KungChienPu prima di eseguire il passo ha il piede avanzato allineato con la direzione di marcia. L'errore si manifesta quando, immediatamente prima di effettuare il passo, il piede viene fatto ruotare verso l'esterno facendo perno sul tallone e rivolgendo la punta del piede verso l'esterno (vedi disegno), posizionandolo cosi direttamente nella posizione in cui verrà a trovarsi alla fine della tecnica nella posizione KungChienPu successiva.
Nel disegno (c) la riga rossa indica la direzione in cui procede la tecnica, mentre la verde evidenzia l'angolazione del piede
• Tirare il pugno troppo presto rispetto al piede (e3)
Dopo aver visto errori riguardanti la parte inferiore del corpo vediamo un errore che si manifesta in quella alta. Si verifica quando l'allievo sta effettuando lo spostamento da una posizione KungChienPu alla successiva ed ha già completato la tecnica di pugno prima che il piede abbia completato lo spostamento. Il risultato è una tecnica di pugno che non ha forza né efficacia alcuna.
Tattica: Per capire se effettivamente queste modalità di movimento sono degli errori dobbiamo definire quelle che sono le caratteristiche della tecnica corretta. L'intenzione è quella di raggiungere un avversario che arretra o che si trova già ad una distanza di sicurezza, quindi l'esito della tecnica sarà di colpire solo se lo spostamento di chi porta il pugno è veloce almeno quanto quello dell'avversario che indietreggia e se lo spostamento è lungo almeno quanto quello dell'avversario. Lo scopo quindi è quello di portare un attacco profondo, forte e veloce. Ne consegue quindi che qualsiasi movimento che comprometta la velocità, l'immediatezza, la profondità e la forza della tecnica è da considerarsi, se non sbagliato, per lo meno sub ottimale. Allo stesso modo risulta evidente che l'intenzione di colpire richiede che il colpo sia portato con quanta piú forza possibile (sempre rispettando i parametri di stabilità, equilibrio, reattività ecc.), quindi un movimento che sottragga forza al pugno non può essere corretto.
Evidentemente, per quanto riguarda e1 ed e2, questi movimenti in più possono essere considerati un errore in quanto:
- rallentano la tecnica
- lo spostamento del piede rende evidente all'avversario l'attacco incombente
- indica che la posizione non è idonea allo spostamento (troppo passiva) oppure
- rendono la posizione più "comoda" ma inadatta allo spostamento
diversamente e3 comporta:
- coordinazione non ottimale tra le forze in gioco
- tecnica debole poco efficace
4. Studiare e capire gli errori
Vediamo ora da dove originano quei movimenti. E' solo capendo da dove nascono e perché che è possibile trovare una soluzione ed una correzione.
• L'errore e3
Analizzando subito l'errore e3 possiamo dire che il motivo della scarsa forza che caratterizza questo movimento è dovuto al fatto che il pugno viene spinto avanti in un momento in cui gli arti inferiori sono in movimento e quindi, per definizione, si è meno stabili. E' solo con un notevole sforzo di coordinazione e di allenamento che è possibile far si che la spinta della gamba sia contemporaneamente sfruttata sia per movimento del passo sia per la spinta impartita al pugno. Prendiamo ancora in esame il movimento fatto per scagliare una pallina in avanti il più lontano possibile. E' esperienza comune a tutti che, dopo un paio di passettini di rincorsa, il lancio vero e proprio avvenga in un istante in cui le gambe vengono saldamente ancorate a terra mentre il braccio effettua il lancio. La stabilità delle gambe è necessaria per un lancio forte in quanto il braccio ed in busto necessitano di una base solida ed ancorata al terreno per sfruttare al meglio la catena cinetica di tutti i muscoli coinvolti nel gesto.
La maggior parte delle volte l'errore è dovuto ad una coordinazione non ancora completamente acquisita che si risolve da sola nel giro di poco tempo con l'esperienza e la pratica. Tuttavia un esercizio utile ad accelerare l'apprendimento verrà riportato più avanti.
• Errori e1 ed e2
Diversamente. i casi el ed e2 sono più complessi e meritano un approfondimento. Un primo errore si ha quando la posizione KungChienPu è troppo lunga, o quando le articolazioni e le leve non sono posizionate in modo corretto.
In questa posizione infatti il piede è troppo avanzato ed il tallone viene a trovarsi oltre la linea che passa verticalmente per il ginocchio, avremo che tutta la parte bassa della gamba (dal ginocchio in giù) non è in grado di partecipare attivamente al movimento del passo e diviene anzi un ostacolo.
Lo stinco infatti si troverà ad avere un'inclinazione tra la verticale e verso dietro. Sapendo quindi che le forze (il vettore F nel disegno e) esercitate da polpaccio e piede devono necessariamente svilupparsi in una direzione coerente con quella dello stinco, ne consegue che queste forze sarebbero disperse (il vettore S nel disegno e non è rilevante nel movimento dato che è ad esso ortogonale), non cooperative o addirittura d'ostacolo al movimento che si vuole fare. Nel caso in cui lo stinco sia inclinato indietro, infatti, si avrebbe che la componente orizzontale della spinta si svilupperebbe... nella direzione contraria a quella verso cui vogliamo spostarci: verso dietro (il vettore O nel disegno e). Questo nella migliore delle ipotesi lascia l'intero movimento a carico della gamba posteriore, fino a quando questa, da sola, sposta il baricentro del corpo abbastanza avanti da farlo rientrare sotto il controllo della gamba avanti, che solo ora può essere partecipe del movimento fino alla sua conclusione. Il piede lasciato in questa posizione rappresenta un vero e proprio ostacolo all'avanzamento.
Psicologia e Psicomotricità: Il corpo è scaltro, e la mente anche, specie quella parte più corticale preposta ai riflessi ed ai movimenti comunemente classificati come "istintivi". Ci si rende immediatamente conto che le posizioni dello ShaoLin sono faticose da mantenere, ed il corpo cerca subito una soluzione comoda cercando di assumere posizioni il più possibile simili a quelle prescritte ma che non comportino lo stesso livello di difficoltà e fatica. E' evidente a tutti intatti che, nel momento in cui il piede avanzato viene ulteriormente spostato avanti, i muscoli sono molto meno sollecitati ed il peso è quasi completamente sostenuto dallo scheletro. Contemporaneamente però, nel momento in cui è richiesto di fare il passo, il corpo e la mente usano gli stessi meccanismi ed accorgimenti impiegati prima, ma stavolta li usano per uscire dalla condizione comoda ma statica che ha scelto. I modi più semplici sono infatti gli errori el ed e2.
Per quanto riguarda el, ritrarre il piede fa in modo che questi non rappresenti più un ostacolo, e che ritorni invece ad essere attivo e partecipi allo spostamento. Aprire il piede come in e2 , spostarlo verso l'esterno, fa si che si opponga il meno possibile all'azione di spinta della gamba posteriore. Oltretutto è proprio il fatto che il piede sia più avanti del dovuto che fa si che si possa spostare all'esterno l'avampiede essendo che il peso viene fatto gravare soprattutto sul tallone che resta fermo. Inoltre l'errore e2 permette di reclutare prima la spinta della pianta del piede durante il passo, cosa che altrimenti accadrebbe solo alcuni istanti più tardi.
5. Aggiustare il tutto
Ora che abbiamo visto che effettivamente el, e2 ed e3 sono errori e che abbiamo capito la loro origine e motivazione, possiamo passare ad analizzare i modi per rimediare e correggere questi errori.
• Correggere e1 ed e2
Innanzitutto, quale sarebbe la tecnica corretta? Qual è il movimento corretto dei piedi? Anche in questo caso poniamo questa domanda a chi da sempre conosce la risposta: il nostro corpo. Facciamo un altro esperimento di biomeccanica affine al movimento che vogliamo fare e verifichiamo i risultati.
Biomeccanica: Coinvolgiamo ancora nell'esperimento qualcuno a cui chiederemo semplicemente di spiccare, da fermo, dei balzi in avanti a piedi pari. Mentre la vediamo staccare da terra prestiamo molta attenzione alla posizione reciproca dei piedi ed alla loro inclinazione col suolo. Vedremo subito che la maggior parte delle persone, per spiccare il balzo, posizione i piedi in modo che siano quasi paralleli tra loro. Proviamo a fare una controprova: dopo esserci fatti un'idea della distanza coperta dal balzo fatto con i piedi tenuti istintivamente quasi paralleli chiediamo ai volontari di rifare l'esercizio, ma stavolta tenendo i piedi aperti verso l'esterno. Noteremo immediatamente che l'esito della seconda prova, ovvero la distanza coperta, è notevolmente inferiore alla prima. Questo accade perche la posizione assunta nel secondo caso è molto inefficiente rispetto al movimento da fare.
I disegni (f) ed (g) mettono in evidenza la differenza tra le due posizioni tenute durante gli esercizi.
Un altro esperimento è quello di fare spingere un oggetto pesante (ad esempio un'auto) o anche inamovibile ad un volontario ed osservare come posiziona i piedi a terra per esercitare la maggior forza possibile: coloro che allineano i piedi con la direzione della spinta ottengono, a parità di forza, risultati migliori di quelli che usano angolazioni divergenti.
Questi facili esperimenti ci dimostrano che, nei casi di movimenti di spinta in avanti, siano essi salti o spinte o passi, il corpo è messo in condizioni di esprimere il suo meglio quando il piede è allineato con la direzione del movimento stesso.
Tornando alla nostra tecnica quindi, la spinta degli arti inferiori sarà tanto maggiore quanto più riusciremo a tenere i piedi allineati avanti nella posizione KungChienPu/ShunPu o KungChienPu/YaoPu (ma non nel KungChienPu puro di TanPien in cui i piedi si trovano sulla stessa linea).
In secondo luogo poi, passiamo ad analizzare la posizione del ginocchio rispetto al piede. Dall'analisi fatta nel paragrafo precedente è evidente che il piede non va tenuto più avanti del ginocchio, ma anzi, se vogliamo farlo partecipare al movimento di spinta è bene che il ginocchio si trovi sulla linea verticale che passa perpendicolarmente sull'avampiede.
Risulta quindi che per la tecnica la posizione del disegno (h) è quella da preferire dato che quando il piede ed il polpaccio esercitano la loro spinta (il vettore F nel disegno i) questa viene a scomporsi dando origine ad una componente orizzontale (il vettore A nel disegno i) che aiuta da subito l'avanzamento. Inoltre questa posizione permette di reclutare prima il contributo dei muscoli della coscia e del gluteo che sono tra i più potenti del corpo.
• Correggere e3
Diversamente dal caso precedente la correzione di e3 è più semplice e richiede analisi meno approfondite. Capito che l'errore è costituito dallo sferrare il pugno troppo presto in quanto questo sottrae potenza al colpo, tutto quello che rimane da fare é ripetere moltissime volte l'esercizio cercando di portare attenzione ai seguenti punti:
- posticipare il pugno e lanciarlo solo dopo che la base sarà percepita come stabile
- cercare gradualmente di farlo diventare più forte sentendo la partecipazione al movimento dei muscoli dell'addome e dei glutei che si contraggono brevemente durante l'impatto
- sentire il propagarsi della forza che si radica nelle gambe, viene spinta attraverso glutei ed addome ed infine veicolata lungo il braccio fino al pugno.
Come si può notare sono essenzialmente esercizi fatti per aumentare la sensibilità ed il controllo del movimento. Il fine non è semplicemente quello di avere un pugn--o più forte, ma di arrivare a questo risultato massimizzando quello che è già presente nel corpo tramite l'ottimizzazione del movimento lungo tutta la catena cinetica chiamata in causa.
6. L'esercizio
Vediamo ora un esercizio utile a correggere tutti gli errori analizzati e portare la tecnica verso un miglioramento. A dispetto della sua efficacia l'esercizio è semplicissimo da spiegare ma questo non deve far si che sia visto con superficialità o fatto senza attenzione. Si noti che questa non è la modalità corretta di eseguire la tecnica, ma solo un esercizio che aiuta a prendere padronanza dei movimenti corretti.
I passaggi sono i seguenti:
- portarsi nella posizione KungChienPu/ChengChuan e controllare che
- il piede avanti sia perfettamente allineato con la direzione dell'esercizio
- il ginocchio anteriore cada perpendicolarmente sull'avampiede
- il piede posteriore sia quanto più possibile rivolto in avanti.
- prima di proseguire con il movimento solleviamo di l millimetro entrambi i talloni
- Facendo forza esclusivamente sugli avampiedi e senza alzare la posizione effettuiamo il passo che ci porterà nel KungChienPu successivo
- Nell'istante in cui terminiamo il passo facciamo partire il pugno controllando che: a. La posizione sia stabile b. La spinta coinvolga una breve contrazione di addome e glutei
- Proseguiamo ripetendo l'esercizio sull'altro lato.
La chiave dell'esercizio sta nei punti 2 e 4. Nel punto 2 l'idea di sollevare i talloni di 1mm da terra o di pensare di potervi fare scivolare sotto un foglio di carta, fa si che il peso venga portato in avanti sugli avampiedi alleggerendo i talloni. Questo movimento risulta troppo complicato se il piede si trova come nel disegno (d) e fa si che automaticamente il piede venga a trovarsi come nel disegno (h). Inoltre, essendo il peso sugli avampiedi rende impossibile effettuare il movimento dell'errore e2 dato che l'avampiede è fissato a terra e non si può spostare.
Nel punto 4 abbiamo il controllo di tutti i punti che nel capitolo precedente abbiamo visto essere necessari per correggere l'errore e3. Inoltre il fatto che il pugno sia lanciato solo dopo lo spostamento del punto 3 costringe a sperimentare una coordinazione diversa.
Man mano che l'esercizio comincia a dare i suoi frutti è possibile velocizzare il movimento, sempre tenendo presente gli errori ed i punti fondamentali. Una volta che la corretta sensazione di coordinazione, forza e stabilità saranno padroneggiate il movimento verrà eseguito in modo corretto automaticamente dato che il corpo si troverà a suo agio coi risultati ottenuti.
7. Conclusioni
Non vi è nulla di particolarmente nuovo in quello che abbiamo visto fin qui, il fatto che le posizioni debbano essere stabili affinché le tecniche siano efficaci e che il ginocchio in KungChienPu debba rispettare certe angolazioni di riferimento lo si impara dalle prime lezioni.
Tuttavia ora, come era lo scopo di questo articolo, abbiamo altre conferme di quanto già sapevamo che provengono da discipline affini al KungFu e sappiamo di avere a disposizione diverse chiavi di lettura per interpretare e capire ogni singolo movimento ed arrivare cosi ad padroneggiarlo ed eseguirlo nel modo più sensato e corretto.
Breve nota sull'autore: Marco Crotta è stato allievo diretto del Maestro Nicola Ragno